Mi farà male?

Sentirò le ossa scricchiolare?

Ma è proprio necessario secondo lei?

Queste sono alcune delle domande che solitamente mi rivolgono durante il primo incontro in studio o al telefono. Domande assolutamente legittime, anche perché partono dal principio di voler conoscere. Sono un’osteopata e il mio approccio è quello dell’osteopatia biodinamica.

Cosa vuol dire? Vuol dire un percorso delicato, piacevole e non invasivo che punta a educare l’organismo a una autocorrezione. Non ci sono assolutamente controindicazioni: l’osteopatia biodinamica non a caso è efficace sin dal primo incontro, ed è una risposta a esigenze sia di neonati che di adulti o anziani.

Sono tanti i campi di azione per l’osteopatia biodinamica: lo stress, la depressione, l’ansia, il mal di schiena, le difficoltà dovute alla menopausa, alla gravidanza o al post partum, i disturbi viscerali, cranio-facciali. Per questo trovi qui ogni venerdì un racconto di un mio paziente: è perché anche loro sono partiti da un problema fisico o mentale e con l’osteopatia biodinamica sono riusciti a trovare una soluzione a partire dal proprio corpo. Ritorniamo a respirare.

Il trattamento osteopatico biodinamico parte da un’attenta valutazione (anamnesi) da parte dell’osteopata per scoprire tutto quello che può aver influito nella difficoltà di funzionamento da parte dell’organismo. Passo poi all’azione: mi concentro prevalentemente su colonna, cranio e ventre smuovendo fluidi corporei e viscere. Sono proprio loro a raccontarci cosa c’è che non va, ma anche ad attivarsi per un perfetto riequilibrio. L’organismo è visto nel suo insieme.

L’osteopatia biodinamica non è certo una mia invenzione: con tanti colleghi di studio condividiamo casi e benefici.

L’utilizzo della pratica osteopatica come medicina alternativa risale al 1874: il termine osteopatia fu coniato dal dottor Andrew Taylor Still, un medico che vivea in Kansas, vicino a Baldwin City, ai tempi della guerra civile americana e che proprio qui sviluppò la pratica dell’osteopatia. Still percepiva infatti le pratiche mediche del suo tempo come inefficaci, addirittura barbare. Al lavoro di Still si aggiunse alla metà del 1930 Wlliam Garner Sutherland, fondatore dell’osteopatia craniale: i suoi studi si concentrarono principalmente sulla fluttuazione del liquido cefalo rachidiano (LCR), guidata da quello che lui chiamò Meccanismo Respiratorio Primario (MRP). Ma soprattutto sul concetto di salute: per Sutherland la salute non rappresenta il rovescio della medaglia della malattia. Questo perché nella malattia e nella lesione osteopatica c’è comunque una condizione di salute che continua ad operare.

La biodinamica parte dal principio che la salute è presente all’interno dell’organismo umano. È compito dell’osteopata ristabilire la comunicazione tra impulsi esterni e organismo stesso. L’obiettivo è eliminare lesioni, disturbi o interrompendo la fatica in determinati movimenti. 

Ma come dico sempre non è magia. È osteopatia.